Il Presepe sulla collina delle Cinque Terre

“Era il 1961 quando mio padre, in punto di morte, mi chiese di ripristinare una croce che sorgeva in cima al colle di famiglia. Sistemata la croce, ho avuto l’idea di illuminarla con una batteria per auto. Poi non mi sono più fermato”.

Queste sono le prime  parole di Mario Andreoli che diceva durante le mille interviste.

Mario per allestire la collina era partito da semplici elementi poi sono arrivate la capanna e la stella. Nel tempo ha saputo inventare decine e decine di personaggi, restando ancorato alla realtà. Nel suo presepe sono presenti sempre richiami a tante fasi storiche: le scritte pax e pace in un mondo sempre in guerra, il ricordo della strage per il crollo del Ponte Morandi di Genova, gli anni del Covid con una figura dedicata all’impegno del personale sanitario e anche le figure classiche del presepe di Giuseppe, Maria, Gesù, l’asinello, il bue, le pecorelle,  i pastori ma anche le barche e i pesci a simboleggiare con le immagini quello che è Manarola: la sua terra.

Tutte le figure che si possono osservare,  ogni sera dopo il tramonto a partire  dal giorno 8 dicembre di ogni anno fino  alla fine di gennaio,   sono realizzate con materiali di scarto nel rispetto dell’ambiente. L’allestimento è cresciuto sempre di più e nel 2007 vinse il Guinnes dei primati perché ritenuto il presepe più grande del mondo. Nel tempo per aiutarlo molti compaesani e amici lo hanno sostenuto costituendosi nell’Associazione Presepe di Manarola Mario Andreoli. Il giorno 8 dicembre però non ci sono solo le figurine statiche ma il presepe diventa anche vivente con i bambini, che coadiuvati dal Cai percorrono parte della collina con le loro fiaccole accese e regalano un momento di  inestimabile valore a chi ha la fortuna di poter presenziare all’accensione. Moltissimi sono i turisti che vogliono unirsi alla forte emozione che questo evento provoca in Mario e in tutti i suoi amici e compaesani.  I suoi amici  si sentivano onorati di stare al suo fianco e sempre  volenterosi di immagazzinare nel loro animo il suo spirito e la sua passione.  Quando tutti i turisti correvano in stazione per prendere il treno o rientrare verso le proprie case con auto o bus la festa non finiva anzi Mario insieme ai compaesani continuavano la tradizione in cantina assaporando il vino prodotto con tanto sacrificio in quelle colline  aride e scoscese


Purtroppo Mario è deceduto il 22 dicembre 2022 all’età di 94 anni , Mario sarà sempre ricordato come un ferroviere ma soprattutto come inventore dello storico presepe luminoso  e da questo giorno in avanti  mantenere questa  bellissima tradizione spetterà agli amici più fidati di Mario Andreoli.

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La ricetta Ligure per un pranzo di Natale come da tradizione

Della pasta ligure quasi tutti conoscono i pansoti ripieni di ricotta e spinaci e le troffie condite con il pesto. Oggi invece vi svelo una ricetta  poco conosciuta anche perché gustata solo la sera della Vigilia o durante il pranzo di natale.

NATALINI IN BRODO

I Natalini sono una pasta tipica  regionale (assomigliano a lunghissime penne lisce)  che viene venduta solo nel periodo delle feste  

Come da  tradizione essi  non vanno assolutamente spezzati prima di essere cotti nel brodo che originariamente è quello di cappone ma che si trova anche nella variante con polpettine di carne di manzo e pezzetti di salsiccia. Il piatto è considerato un portafortuna: i bocconi di carne simboleggiano le palanche, ovvero ricchezza e anche se semplice non è da considerarsi un piatto povero poiché in passato non tutti potevano permettersi il cappone.

le carni utilizzate per il brodo possono essere usate per preparare il ripieno dei ravioli che si mangiano il giorno di Santo Stefano.

 Ingredienti:

  • 300 grammi di natalini
  • 200 grammi di trippa cotta
  • 100 grammi di salsiccia
  • 2 coste di sedano
  • 1 litro e mezzo brodo (in genere di cappone, o pollo)
  • Grana grattugiato a piacere

Procedimento per la preparazione del brodo

Come sempre quando si cucina il brodo, armatevi di tanta pazienza. La cottura deve essere lenta e lunga. Poi il brodo va filtrato per bene con l’aiuto di un panno da cucina di cotone e se serve, va anche sgrassato. Il brodo del cappone infatti, tende ad essere piuttosto grasso. Se preparate il brodo con un giorno di anticipo, prima di cucinare i natalini  potete farlo ulteriormente bollire ed eliminare le parti grasse che man mano saliranno in superficie.

  • Procedimento per la cottura dei natalini
  • Iniziamo tagliando le trippe a listarelle sottili, poi spelliamo la salsiccia e produciamo delle piccole palline. Tagliamo poi a bastoncini il sedano.
  • Mettiamo il brodo sul fuoco e facciamo lessare trippa e sedano insieme. Dopo 10 minuti aggiungiamo i natalini, e dopo altri 10 le palline di salsiccia.
  • Dopo la cottura, serviamo il tutto ben cosparso di grana. Devono essere tassativamente serviti ben caldi.
  • Esiste anche una variante che prevede la farcitura dei natalini (prima della cottura) con la pasta di salsiccia: per compiere l’operazione, c’è chi si aiuta con una sorta di grande siringa.

Essendo i paesini della liguria divisi fra loro da una miriade di colline, collinette e montagne ogni frazione ha la sua ricetta che ritiene originale . Esistono anche ricette dove i natalini vengono farciti con verdure o erbe di campo invernali amalgamate con uova, pangrattato e grana.

La ricetta della mia nonna è simile ma ve la posso svelare solo davanti al piatto pronto in occasione del prossimo Natale insieme.